Un’antica tradizione fa risalire la fondazione del famoso monastero di Sumela (oggi chiamato Meryemana Manastırı, cioè monastero della Madre Maria) a due monaci greci, Barnaba e Sofronio.
Un’antica tradizione fa risalire la fondazione del famoso monastero di Sumela a due monaci greci: Barnaba e Sofronio. Vissuti prima come eremiti nella penisola cal
cidica in Grecia, questi due monaci, mossi da un’apparizione della Vergine—così dice la tradizione—e portando con sé un’icona della Madonna (un dipinto attribuito all’evangelista san Luca), giunsero a questo luogo remoto e fondarono il monastero. Siamo nel 385, sotto il regno dell’imperatore Teodosio I. Il luogo prescelto era un alto roccione che si alzava a picco su un torrente ricco d’acqua nelle Alpi pontiche, in questo tratto ricoperte di foreste per l’abbondante pioggia. In questa montagna trovarono delle grotte, che costituirono per loro il primo rifugio, e nella grotta più ampia eressero una prima cappella dedicata alla Vergine: Panaghia tou mélas (Vergine della montagna nera). La fama del piccolo santuario e della santità dei due monaci, morti il 412 (nello stesso giorno, assicura la tradizione), attirò pellegrini, offerte e soprattutto altri monaci. In poco tempo divenne così uno dei centri più significativi del monachesimo orientale. Altre notizie di questo monastero, che sempre più con il passare degli anni si allarga e si arricchisce di donazioni, ci riportano alla sosta qui compiuta dall’imperatore Giustiniano (527-565).
La posizione, resa inaccessibile con opportuni accorgimenti e le fortificazioni costruite, resero il monastero inviolabile per i secoli successivi. Nel 532, di ritorno da una delle sue campagne contro i Persiani, l’imperatore donò al monastero un’urna d’argento per raccogliere le reliquie di San Barnaba, e libri e manoscritti su pelle di gazzella. Nel 640 il monastero venne depredato e incendiato da una banda di briganti, ma nel 644 fu ricostruito ad opera del monaco Cristoforo, nativo di Vazelon. Con coraggio questo monaco rianimò i confratelli, rinforzando il monastero con l’aiuto delle offerte dei ricchi cristiani della vicina Trabzon. La posizione, resa inaccessibile con opportuni accorgimenti, e le fortificazioni costruite, renderanno il monastero inviolabile per i secoli successivi. Può così continuare la sua vita come un’oasi di pace in mezzo a un turbinio di guerre e di lotte. Il momento di massimo splendore sarà al tempo dell’impero dei Comneni nella vicina Trebisonda (a partire dal 1204). Soprattutto Alessio III (1349-90), monarca molto pio, prende a cuore la sorte del monastero.
Con la conquista di Trebisonda da parte di Fatih Mehmet II, il monastero non subì particolari danni. Nel 1350 egli vi si fa incoronare imperatore, e quindi finanzia un lungo lavoro di ricostruzione e fortificazione. L’imperatore stesso vi sale spesso per sovrintendere i lavori, che terminano nel 1366. Il monastero, che già in precedenza era stato abbellito e affrescato, ora raggiunge il pieno splendore. Con la conquista di Trebisonda da parte di Fatih Mehmet II (15 agosto 1461), il monastero non subì particolari danni; il sultano lo prese sotto la sua protezione e ne garantì una sopravvivenza pacifica. Nella sala del tesoro, accanto alla bolla d’oro diAlessio III, collocò il suo fiorito firmano (decreto imperiale), con cui riconosceva ai monaci la proprietà del monastero e i terreni adiacenti. Continuò così la sua pacifica e spirituale attività sino agli ultimi avvenimenti della prima guerra mondiale e alla guerra greco-turca, per la quale nel 1923 i monaci lasciarono definitivamente il monastero.
NOTE DI VIAGGIO
COME CI SI ARRIVA
Da Trabzon si prende la strada perArzum e dopo una trentina di km troverete a sinistra la deviazione che sale fino a Sumela (1200 mt d’altezza).
Distanze:
da Trabzon km 48
da Erzurum km 308
Provincia: Trabzon
LUOGHI E MONUMENTI INTERESSANTI
** La Chiesa dell’Assunzione della Vergine, chiesa rupestre, per buona parte conserva ancora, in genere del XVIII secolo, alcune pitture murali, con scene varie della vita di Gesù, di Maria Vergine e altri episodi della Bibbia.
* Le Rovine del Monastero, con resti dell’acquedotto, della biblioteca, della cucina e di altri locali.