Collocata ai piedi del monte Tahtalı dağ (2375 mt), l’antico Olimpo di Licia, Faselide costituì una delle città commercialmente più significative della costa licia. La sua importanza è da ascrivere ai tre porti che la città possedeva.
La sua importanza è da ascrivere ai tre porti che la città possedeva. Fondata da coloni provenienti da Rodi (690 a.C.), dopo il 468essa fece parte della lega antipersiana di Delo. Originario della città fu il retore e tragediografo Teodette (375- 340 ca. a.C.). Ebbe tra i suoi maestri Platone, Isocrate e Aristotele. La città di Faselide l’onorò con un monumento funebre. Visitata da Alessandro Magno, fu da questi trattata amichevolmente. Alla sua morte passò sotto il dominio dei Tolomei e, successivamente, di Antioco III (197 a.C.). Inclusa nella lega di Licia assieme a Olimpo nel I secolo a.C., uscì poi da essa divenendo covo di pirati. Riconquistata da Servilio l’Isaurico, proconsole di Cilicia (78 a.C.), tornò in potere di Roma e riprese a far parte della lega di Licia. Il poeta romano Lucano, nel De bellum civile (Pharsalia), ricorda che Pompeo, dopo la sconfitta subita a Farsalo per opera di Cesare e in fuga verso l’Egitto, fece scalo a Faselide (48 a.C.).
Ebbe tra i suoi maestri Platone, Isocrate e Aristotele. Molti anni più tardi la città ricevette anche una doppia visita dell’imperatore Adriano (129 e 131 d.C.). Per onorarlo gli abitanti eressero una porta monumentale della quale è possibile osservare ancora qualche vestigio. Nell’antichità il nome di Faselide è legato a una famosa reliquia: il giavellotto di Achille che era conservato nel tempio di Atena, situato presumibilmente sulla collina sovrastante un grande edificio tuttora visibile, forse il macello. Le notizie di una presenza cristiana a Faselide sono assai tardive. Ma non v’è dubbio che i cristiani giunsero qui prestissimo. La constatazione che al concilio di Nicea (325) le tre province meridionali della Licia, della Panfìlia e dell’Isauria fossero rappresentate dal numero considerevole di 25 vescovi avvalla l’ipotesi di una larghissima diffusione cristiana in queste regioni.
Nel 1° Libro dei Maccabei Faselide compare tra le città alle quali si domanda di non perseguitare i Giudei che Roma ha posto sotto la sua tutela. D’altronde, la presenza giudaica— primo presupposto naturale dell’evangelizzazione cristiana— fu senz’altro forte nella città commerciale di Faselide, anzi trovò ostilità da parte della popolazione. Lo attesta il 1° Libro dei Maccabei in cui Faselide compare tra le città alle quali si domanda di non perseguitare i Giudei che Roma ha posto sotto la sua tutela (1 Mac 15,23). Dopo questa notizia non ci rimane altra informazione al di fuori del nome di due vescovi che ressero la Chiesa di Faselide: Frontone (451) e Aristodemo (458).