Questa città nacque per volere del diadoco Seleuco I Nicatore che intorno al 295 a.C. raccolse abitanti di località circostanti dando vita alla città di Seleucia cui diede il proprio nome. Tra i personaggi di spicco cui Seleucia diede i natali figurano i filosofi peripatetici Atenaio e Senarco ed il sofista Alessandro.
Centro commerciale di grande interesse, Seleucia era il porto principale della Cilicia Tracheia che nel periodo della tarda romanità assunse il nome di Isauria. Le origini cristiane della città ci sono ignote. Possiamo attendibilmente supporre che il Vangelo vi sia giunto assai presto. Centro commerciale di grande interesse, Seleucia era il porto principale della Cilicia Tracheia che nel periodo della tarda romanità assunse il nome di Isauria. Se stiamo alla testimonianza del presbitero che prima del 190 compose gli Atti di Paolo e di Tecla, quest’ultima terminò i suoi giorni a Seleucia.Aparte questa informazione che indirettamente conferma l’esistenza di un culto a Tecla già per il II secolo, le uniche informazioni sul cristianesimo in Seleucia risalgono al IV secolo. Al concilio di Nicea questa Chiesa figura rappresentata dal vescovo Agapio. Questi intervenne pure al sinodo di Antiochia del 341 nel quale i 97 vescovi convenuti, pur escludendo l’arianesimo radicale, si mantennero però distanti anche dal credo niceno. Il nome di Seleucia tornò alla ribalta a causa del sinodo indetto dall’imperatore Costanzo e qui tenutosi nel 359 per mettere pace tra i diversi gruppi creatisi a seguito del concilio di Nicea. A questo concilio convennero 160 vescovi prevalentemente antiariani (pare che fossero 105 secondo la testimonianza d’Ilario di Poitiers che fu presente). Sin dall’inizio si affermò una chiara spaccatura tra due fronti: quello antiariano (omeusiani) e quello omeo e filoariano.
Il nome di Seleucia tornò alla ribalta a causa del sinodo indetto dall’imperatore Costanzo e qui tenutosi nel 359 per mettere pace tra i diversi gruppi creatisi a seguito del concilio di Nicea. La disputa s’incentrò attorno al termine homoousios da tutti rifiutato sia pure con motivazioni dottrinali diverse.
La formula di fede proposta dal gruppo minoritario filoariano non venne accolta provocando la recessione di questo gruppo dal sinodo che nondimeno continuò i suoi lavori. La commissione che a termine del concilio, propose all’imperatore Costanzo i risultati raggiunti, lo trovò maldisposto e orientato in senso filoariano. La notizia sopraggiunta allora che i vescovi occidentali nel sinodo parallelo di Rimini (356) si erano piegati al volere dell’imperatore sottoscrivendo una formula di fede tanto generica da trovare il pieno consenso degli stessi ariani, indusse Costanzo a richiedere che anche i rappresentanti del concilio di Seleucia facessero altrettanto. Neonas, allora vescovo di Seleucia e appartenente al gruppo antiariano del sinodo, fu deposto per irregolarità di procedura nei confronti di norme canoniche.Alui successe Simposio che figura al concilio di Costantinopoli (381). Seguirono Samos e Massimo. Questi, educato alla scuola di Libanio di Antiochia, condivise con i suoi condiscepoli Giovanni Crisostomo e Teodoro diMopsuestia gli ideali monastici. È forse a lui che si riferisce la pellegrina Eteria nel suo Diario di viaggio quando rammenta che, giunta a Seleucia, si recò dal vescovo, un vero santo che un tempo fu monaco? Nell’anno 431 la sede episcopale di Seleucia risulta occupata da Dexianos che proprio in quell’anno prese parte al concilio di Efeso allineandosi dalla parte degli antiocheni contro Cirillo e i vescovi da lui capeggiati.
La pellegrina Eteria nel suo Diario di viaggio quando rammenta che, giunta a Seleucia, si recò dal vescovo, « un vero santo che un tempo fu monaco »? A Dexianos successe intorno al 444-448 Basilio. Presente al sinodo di Costantinopoli che condannò Eutiche (448), egli compare anche tra i presenti al Latrocinio efesino (449), dove, a seguito delle pressioni e intimidazioni fattegli, si schierò dalla parte di Dioscoro d’Alessandria accettando la riabilitazione di Eutiche. Due anni più tardi Basilio comparve infine al concilio di Calcedonia (451), dove riconobbe il suo sbaglio allineandosi definitivamente con il partito calcedonese e sconfessando l’operato del Latrocinio efesino.Di questo vescovo ci sono conservate una cinquantina di omelie. Notevole, in esse, l’elogio frequente alla filantropia del Signore («Cristo, fattosi mare di filantropia, con le sue acque inonda tutti » Omelia 29,1: PG 85, 325).Ricorrenti anche gli accenni a un giudaismo che allora a Seleucia doveva disturbare la comunità cristiana. L’Omelia 27 di Basilio ci informa sul persistere in città di giochi olimpici che, celebrati come in altre città dell’Asia Minore, erano visti come motivo di dissipazione morale e di contese.
Nella storia della Chiesa il nome di Silifke è legato anche a quello di Federico Barbarossa che nel 1190 annegò prendendo un bagno nel fiume Calycadnos che attraversava la città. Pare scritto ai nostri giorni il richiamo di Basilio a una città pacifica come Seleucia che, in occasione di questi giochi, vede il sorgere di fazioni e si trasforma in campo di rivalità. La serie dei vescovi a noi noti si conclude nel 553 con il nome di Teodoro. Nella storia della Chiesa il nome di Silifke è legato anche a quello di Federico Barbarossa che nel 1190 annegò prendendo un bagno nel fiume Calycadnos che attraversava la città. La sua morte provocò la fine forzata della III crociata.