A nove km a sud di Efeso, su un fianco dell’antico monte Solmisso, circondata da una folta vegetazione si erge una piccola cappella conosciuta come casa della Madre Maria (Meryem Ana). Circondata da una folta vegetazione si erge una piccola cappella conosciuta come casa della Madre Maria (Meryem Ana).
Preceduta da un vestibolo risalente al VII s
ecolo, la piccola costruzione termina con un’abside mantenuta nel suo stato primitivo (sec. IV). La parte centrale fu trasformata in cappella in epoca imprecisata. Sulla base delle ricerche archeologiche condotte pare comunque che essa — almeno nelle sue fondamenta — risalga al I secolo d.C. Negli scavi iniziati nel 1898 entro la casa, sono venuti alla luce pezzi di marmo annerito dell’antico pavimento e fuliggine indurita. Le ricerche dinanzi al piccolo edificio hanno altresì portato alla scoperta di tre tombe, due delle quali contenenti uno scheletro completo con il capo orientato verso la cappella e con delle monete di Costante († 350), di Anastasio I († 518) e di Giustiniano († 565) nelle mani. Ulteriori ricerche inducono a ritenere che in questa zona, in epoca bizantina, esistesse un monastero avente per centro proprio Meryem Ana
Tutt’intorno alla piccola chiesa, e soprattutto sul lato nord, gli scavi hanno portato alla luce una grande quantità di ossa nonché resti di ceramiche ellenistiche (ancora in uso nel I secolo d.C.
) e romane (I-II sec. d.C.): il che proverebbe una permanenza di abitato in questo tempo. Ulteriori ricerche inducono a ritenere che in questa zona, in epoca bizantina, esistesse un monastero avente per centro proprio Meryem Ana. L’interesse archeologico di questo luogo risale agli ultimi anni del secolo scorso. Sulla base di alcune visioni di Caterina Emmerich (1774-1824), una mistica tedesca che descrisse al suo confessore Clemens Brentano momenti e luoghi della vita di Maria, si intrapresero delle ricerche lasciandosi orientare in esse da quanto la suora tedesca aveva visto e descritto.
Nel 1891 dei padri Lazzaristi, residenti a Smirne, trovarono la supposta abitazione della Vergine in concordanza con la descrizione offerta dalla Emmerich: la casa in rovina, la sua collocazione sul pendio del monte, e il mare di fronte. Da quel momento la casa della Madonna è divenuta centro di pellegrinaggi, tanto di cristiani che di musulmani, eppure già in precedenza un gruppo di contadini ortodossi (Kirkindjiotes), abitanti in un villaggio a 17 km di distanza, aveva l’usanza, ricevuta dai loro pa
dri, di recarsi a Meryem Ana tutti gli anni nel giorno dell’Assunta.
Sulla presenza di Maria a Efeso, le fonti scritte del cristianesimo primitivo, non forniscono indicazion Sulla presenza di Maria a Efeso, le fonti scritte del cristianesimo primitivo non forniscono indicazioni. Il fatto, però, che al momento della crocifissione Cristo abbia affidato sua madre all’apostolo Giovanni, il quale « da quel momento la prese in casa sua » (Gv 19,27), risulta significativo. Si sa, infatti, che l’apostolo risiedette per un certo tempo a Efeso. Alla sua presenza in questa città fanno riferimento Ireneo, Policarpo, Policrate (che accenna anche alla sua tomba), Ippolito, Clemente, Origene… Tutti costoro, però, non accennano mai a un possibile soggiorno diMaria a Efeso. Eguale silenzio si riscontra nei testi apocrifi dei primi secoli. Mosso da preoccupazioni d’ordine dottrinale e forte di questo silenzio, il vescovo Epifanio di Salamina (305-403) giunge anzi ad affermare che Maria « non è mai vissuta con Giovanni a Efeso » (Panarion, 78, 11). A questa affermazione si contrappongono tuttavia alcuni elementi: anzitutto l’esistenza d’una basilica a Efeso risalente al tempo di Costantino e l’unica – pare – che fosse allora dedicata alla Vergine.
Nella lettera di deposizioni di Nestorio v’era una esplicita menzione della permanenza di Giovanni e di Maria a Efeso, almeno per un certo tempo. Non è meno significativo che proprio in questa chiesa si sia svolto nel 431 il concilio che affermò solennemente la divina maternità di Maria. Infine, un recente studio (non pubblicato) condotto da Paul Paret su tutti i manoscritti greci e latini del concilio efesino presenti nella biblioteca vaticana, con una certa garanzia giunge a concludere che nella lettera di deposizioni di Nestorio, indirizzata dai padri conciliari al clero di Costantinopoli, v’era una esplicita menzione della permanenza di Giovanni e di Maria a Efeso, almeno per un certo tempo. È da sperare che l’archeologia in futuro faccia ancor più luce sulla presenza di Maria a Efeso. Tuttavia quanto già conosciamo offre attendibilità al fatto ch’ella sia vissuta in questi luoghi.