Già nel II millennio a.C. Harran, (strada carovaniera in semitico) è menzionata negli archivi di Mari come città e stazione carovaniera. Dopo il 1500 a.C. la città fu sotto il controllo hittita nonostante la z
ona fosse popolata da Hurriti. Verso la fine del II millennio, Harran entrò in possesso degli Assiri. In questa città, proveniente da Ur di Caldea, si stanziò Terakh, padre di Abramo, assieme a tutta la sua famiglia (Gn 11, 31). Sulla base di taluni passi biblici pare che la patria di Abramo sia Harran (cfr. Gn 12,1; 24,4-7). Ma ciò si spiega sufficientemente con il fatto della migrazione di Terakh da Ur di Caldea ad Harran. Questi, come tutta la sua famiglia, era politeista (cfr. Gs 24,2).
Il passaggio di Abramo alla fede nell’unico Dio si colloca proprio ad Harran. È qui che intorno all’anno 1850 a.C. egli ricevette l’invito a partirsene verso l’ignoto per ottemperare all’invito di Dio: « Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Anni più tardi Abramo mandò a ricercare una sposa per il suo figlio Isacco tra la sua parentela ancora dimorante ad Harran. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra » (Gn 12,1-3). Anni più tardi Abramo mandò a ricercare una sposa per il suo figlio Isacco tra la sua parentela ancora dimorante ad Harran. Come sappiamo da Genesi 24, 1-66, la scelta cadde su Rebecca, figlia di Betuel. Ad Harran si rifugiò per alcuni anni Giacobbbe per sfuggire all’ira del fratello Esaù. Ospite dello zio Labano sposò le due figlie di costui e si portò via una cospicua dote (Gn 29-30). Anche in epoca successiva agli eventi narrati in Genesi, Harran mantenne una notevole importanza come centro commerciale. Fu nelle sue vicinanze che Crasso, nel 53 a.C., subì una disastrosa sconfitta.
Il nome di Harran è strettamente legato a quello dell’imperatore Caracalla, che qui venne assassinato mentre si trovava in visita al tempio della divinità lunare, Sin. Sotto MarcoAurelio (161-180 d.C.), la città, annessa all’impero, iniziò a battere moneta e con Settimio Severo (193-211) fu elevata al rango di colonia. Il nome di Harran è strettamente legato a quello dell’imperatore Caracalla (198-217), che qui venne assassinato mentre si trovava in visita al tempio della divinità lunare, Sin. La posizione di città di frontiera spiega perché Harran fu più volte contesa tra Romani e Persiani sassanidi. Nel 639 cadde definitivamente in mano agli Arabi. Sulla presenza cristiana in Harran, le
notizie più significative ci provengono dalla pellegrina Eteria che qui soggiornò, presumibilmente alla fine del IV secolo. Stando alla sua relazione « in tutta la città, salvo pochi chierici e santi monaci che vi abitano, non trovai un solo cristiano: sono tutti pagani ». Questa nutrita presenza pagana è confermata da Sozomeno il quale ricorda come l’imperatore Giuliano l’Apostata, mentre non si fermò a Edessa, a motivo dell’odio verso i suoi abitanti che avevano accettato la fede cristiana, si recò invece ad Harran dove, avendo trovato un tempio dedicato a Giove, immolò vittime e fece voti (Sozomeno, VI,1).
Le memorie e i personaggi dell’Antico Testamento hanno dunque trovato un’attenzione particolare nella Chiesa dei primi secoli La prevalenza del paganesimo si mantenne sino al tempo di Giustiniano (527-564) e oltre. Nondimeno in città esisteva una Chiesa cristiana e un’altra era sita fuori delle mura. Secondo la notizia di Eteria, questa Chiesa era edificata sulla casa di Abramo e sulla tomba di un monaco e martire di nome Elpidio. Eteria attesta che in occasione della sua festa ebbe modo d’incontrare monaci e anacoreti che in questa circostanza erano soliti convenire ad Harran da tutta la Mesopotamia [1]. Ancora dal suo diario di viaggio apprendiamo che a sei miglia di distanza da Harran, ella visitò il pozzo di Giacobbe (cfr. Gn 29,1-6) presso il quale esisteva « una santa chiesa, molto grande e bella… Là, attorno al pozzo » scrive « non abitano altri che i chierici della chiesa che vi si trova e i monaci che hanno vicini i loro eremi ». Le memorie e i personaggi dell’Antico Testamento hanno dunque trovato un’attenzione particolare nella Chiesa dei primi secoli. Harran, con il suo passato legato ai patriarchi, ne costituisce appunto un significativo esempio.