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COMANA DEL PONTO oggi GÜMENEK Di Comanaquesta città, che pare addirittura fondata dagli hittiti, e che in epoca romana fu uno dei centri più importanti del Ponto, non resta oggi nulla che possa richiamare l’antico splendore. Dopo la conquista turca (fine sec. XI) si sviluppò la vicina Tokat (a soli 8 km). In posizione strategica più interessante di Comana, già in declino in epoca bizantina, essa crebbe a scapito dell’antica città. A fatica oggi si riesce a identificare il luogo dove sorgeva, presso il villaggio di Gϋmenek.

Posta lungo un’importante arteria commerciale proveniente dall’Armenia che congiungeva Sebaste con Neocesarea e Amasea, l’antica città di Comana nel Ponto vive più nelle memorie scritte che nei reperti archeologici.
Contribuì allo sviluppo di questa città, già fiorente per il suo commercio con l’Armenia, il santuario di Mâ, una sorta di dea madre cappadoce, personificazione del principio della fecondità. Famose le processioni in onore di Mâ come i pellegrinaggi al suo tempio. È stata localizzata nei pressi del villaggio di Gümenek (voce turca di Comana), a otto km dalla città di Tokat. Sembra risalga all’invasione hittita (II millennio a.C.). In ordine d’importanza doveva essere la terza città del Ponto. Contribuì allo sviluppo di questa città, già fiorente per il suo commercio con l’Armenia, il santuario di Mâ, una sorta di dea madre cappadoce, personificazione del principio della fecondità. Il tempio eretto a Comana in suo onore, disponeva di grandi proprietà amministrate da sacerdoti. Famose le processioni in onore di Mâ come i pellegrinaggi al suo tempio. Strabone, che aveva dei parenti nella casta sacerdotale di Comana, osserva come il culto di Mâ fosse connesso alla prostituzione sacra esercitata regolarmente nel tempio.
Commentando il fatto egli, tra l’altro, annota: « Gli abitanti sono delle persone molli. Una quantità di femmine delle quali la maggior parte è sacra, vive dell’offerta del proprio corpo. Di conseguenza la città è, in certo qual modo, una piccola Corinto. In questa maniera commercianti e soldati cadono del tutto in rovina » (Geog. XII,36). Al tempo della dominazione romana il benessere di Comana non venne meno.

thumbs_eteria_pagina_08_immagine_0001-2Anzi Pompeo diede parte del regno del Ponto al sommo sacerdote di Comana e a Deiotaro di Galazia (63 a.C. ca.).  Il declino della città iniziò nel periodo bizantino e continuò con lo sviluppo della vicina città di Tokat che dopo la conquista turca (fine sec. XI) divenne capitale d’un emirato.In relazione alla diffusione cristiana le prime notizie su Comana risalgono alla metà del III secolo. In relazione alla diffusione cristiana le prime notizie su Comana risalgono alla metà del III secolo. In quel tempo la comunità cristiana della città si rivolse a Gregorio il Taumaturgo per la scelta del vescovo locale. Come leggiamo nella sua biografia, scritta da Gregorio di Nissa, il Taumaturgo fece cadere la scelta su un filosofo di nome Alessandro che pur essendo stato ricco, per ascesi aveva scelto il mestiere del carbonaio [1]. Dalla Vita di Gregorio apprendiamo che Alessandro subì il martirio in una delle persecuzioni del III secolo, forse sotto Aureliano (270-275).
Tra le vittime della successiva persecuzione di Diocleziano va ricordato Basilisco, martirizzato nei pressi di Comana. Con la vittoria del cristianesimo, nel IV secolo il tempio di Mâ fu dapprima chiuso e successivamente trasformato in chiesa.  Tra le vittime della successiva persecuzione di Diocleziano va ricordato Basilisco, martirizzato nei pressi di Comana Analoga sorte toccò al tempio d’Ifigenia. Nei primi anni del V secolo il nome di Comana tornò alla ribalta a motivo di Giovanni Crisostomo. Mandato in esilio nell’inospitale Cucuso di Armenia (405), e successivamente ad Arabisso, per isolarlo completamente lo si volle confinare nell’angolo più remoto dell’impero, a Pitio sul Mar Nero. Le faticose marce e l’esclusione totale di agevolazioni miravano a eliminarlo. Evidentemente, dopo la presa di posizione dell’episcopato latino a suo favore, egli appariva vittima d’una palese ingiustizia. Il giorno che precedette la sua morte, lo si fece marciare febbricitante e senza ristoro per otto km, sino a Comana dove la comunità l’accolse con affetto.
Il mattino successivo venne costretto a rimettersi in marcia, ma dopo cinque km e mezzo, crollò a terra.  Mandato in esilio lo si volle confinare nell’angolo più remoto dell’impero, a Pitio sul Mar Nero.  Riportato a Comana, avvolto in un bianco sudario ricevette l’eucaristia. Fattosi poi il segno di croce, spirò dopo aver pronunziato la sua ultima preghiera di ringraziamento: « Gloria a Dio per tutto.Amen ».
Era il 14 settembre del 407. Le sue spoglie rimasero nella cappella del martire Basilisco sino a quando l’imperatore Teodosio II, figlio di Arcadio che aveva esiliato il Crisostomo, ne ordinò la traslazione solenne nella chiesa degli Apostoli in Costantinopoli (27 gennaio 438).

NOTE DI VIAGGIO

COME CI SI ARRIVA
Il villaggio di Gümenek si trova a soli 8 km da Tokat, capoluogo di provincia nella regione del Mar Nero.

Distanze:
da Amasya km 117
da Sivas km 108
da Tokat km 8

Provincia: Tokat
Aeroporto: Sivas

LUOGHI E MONUMENTI INTERESSANTI
Di questa città non resta nulla di meritevole da visitare; i pochi oggetti recuperati negli scavi si possono osservare al Museo Archeologico della vicina Tokat

NELLE VICINANZE
A Tokat, città islamica sin dalle origini, si possono visitare vari monumenti di notevole interesse:
* La Gök medrese (medresa blu) antica scuola coranica ora trasformata in museo, del XIII sec. Notevole la facciata e lo stupendo portale
**. La Hatuniye Camii, costruita nel 1485, pare dal sultano Beyazit II.
Si possono ancora visitare altre moschee antiche e il quartiere ottomano.

FONTI STORICHE

CAPACITÀ DI DISCERNIMENTO DI UN SANTO
« … chi è » domandò Gregorio « l’Alessandro di cui fate menzione? ». (Fattolo chiamare) comparve un uomo di estrema povertà, del tutto trascurato in rapporto al corpo, come se godesse di quella sua foggia e del fatto d’essere ridicolizzato. E, in effetti, le cose stavano proprio così. Eppure egli non era approdato per necessità ad un tal genere di vita ma, come mostrò la vita successiva, si trattava di un filosofo che giunse sino al martirio, essendo stato bruciato. (Dopo che Gregorio lo ebbe ordinato vescovo) tutti guardavano il nuovo sacerdote richiesto di tenere un’omelia per la comunità. E subitoAlessandro, all’inizio del suo ministero, mostrò come fosse stato vero il giudizio che di lui aveva dato Gregorio il quale apportò alla città un doppio beneficio: rese evidente ai cittadini quanto essi per ignoranza avevano trascurato e mise in luce il bene che era nascosto presso di loro.
(Gregorio di Nissa, La vita di Gregorio il Taumaturgo, in PG 46, col. 936 s. trad. di L. Padovese, Roma 1987)