Situata in una zona fertile e ben irrigata, la città fu nell’epoca ellenistica e romana un centro prevalentemente agricolo, prima soggetto ai Seleucidi di Siria (280-189 a.C.), in seguito agli Attalidi di Pergamo (189-133 a.C.) e poi ai Romani. Augusto ne fece una colonia militare di difesa contro il brigantaggio della zona montagnosa del Sud, fatto che favorì la sua parziale romanizzazione (6 a.C.).
Il cristianesimo giunse a Listra con Paolo e Barnaba. Essi vi arrivarono verso il 47 d.C., quando dovettero fuggire da Iconio Il cristianesimo giunse a Listra con Paolo e Barnaba. Essi vi arrivarono verso il 47 d.C., quando dovettero fuggire da Iconio. Gli Atti ci descrivono in modo vivace il primo incontro apostolico con la popolazione cittadina: « C’era a Listra un uomo paralizzato alle gambe, storpio sin dalla nascita, che non aveva mai camminato. Egli ascoltava il discorso di Paolo e questi, fissandolo con lo sguardo e notand
o che aveva fede di essere risanato, disse a gran voce: “Alzati diritto in piedi!”. Egli fece un balzo e si mise a camminare. La gente, allora, al vedere ciò che Paolo aveva fatto, esclamò in dialetto licaonio e disse: “Gli dei sono scesi tra di noi in figura umana!”. E chiamavano Barnaba Zeus e Paolo Hermes, perché era lui il più eloquente. Intanto il sacerdote di Zeus, il cui tempio era all’ingresso della città, recando alle porte tori e corone, voleva offrire un sacrificio insieme alla folla. Sentendo ciò, gli apostoli Barnaba e Paolo si strapparono le vesti e si precipitarono tra la folla, gridando: “Cittadini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani, mortali come voi, e vi predichiamo di convertirvi da queste vanità al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano. Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che ogni popolo seguisse la sua strada; ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge e stagioni ricche di frutti, fornendovi di cibo e riempiendo di letizia i vostri cuori”. E così dicendo, riuscirono a fatica a far desistere la folla dall’offrire loro un sacrificio » (At 14, 8-18). Ma i due missionari, specie Paolo, dopo questo paradossale Osanna dovettero tosto sperimentare il Crucifige. Infatti « giunsero da Antiochia (di Pisidia) e da Iconio alcuni Giudei, i quali trassero dalla loro parte la folla; essi presero Paolo a sassate e quindi lo trascinarono fuori della città, credendolo morto.Allora gli si fecero attorno i discepoli ed egli, alzatosi, entrò in città. Il giorno dopo partì con Barnaba alla volta di Derbe » (At 14,19- 20).
I due Apostoli ritornarono a Listra, Iconio e Antiochia (di Pisidia) rianimando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede. Quando alcuni anni più tardi l’Apostolo, nel ricordare quanto dovette soffrire per il Vangelo, dirà: « una volta sono stato lapidato » (2Cor 11,25), con ogni probabilità il riferimento riguarda questa circostanza. Egli ritornerà ancora, ormai prossimo alla morte, sulle persecuzioni e sofferenze incontrate a Listra e nelle città vicine (2Tm 3,11). Dovette quindi trattarsi di un’esperienza, che lo sconvolse profondamente anche se non lo piegò. Infatti dopo l’evangelizzazione a Derbe, che dovette durare breve tempo, i dueApostoli « ritornarono a Listra, Iconio eAntiochia (di Pisidia) rianimando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede, poiché, dicevano, è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio » (At 14,21-22). Paolo ritornò a Listra nel suo secondo viaggio missionario verso il 50 d.C. e qui prese con sé il listrese « Timoteo, figlio di una donna giudea credente e di padre greco (pagano); egli era assai stimato dai fratelli di Listra e di Iconio… Paolo volle che partisse con lui… e lo fece circoncidere per riguardo ai Giudei che si trovavano in quelle regioni; tutti infatti sapevano che suo padre era greco » (At 16,1-3). Della comunità cristiana di Listra, in epoca successiva al periodo neotestamentario, non si conosce pressoché nulla. Una tradizione posteriore al VI secolo e riconducibile a un non ben identificato Doroteo di Tiro pone quale primo capo di questa ChiesaArténas, menzionato nella lettera di Paolo a Tito (3,12). Passando al terreno della storia, abbiamo notizie di vescovi di Listra dal concilio di Nicea (325: vescovo Tiberio) sino al IX secolo. Come risulta dalle località di provenienza dei sottoscrittori degli Atti conciliari del Sinodo niceno, la regione della Pisidia occidentale, comprendente anche Listra, sperimentò una forte espansione del cristianesimo eppure non fornì vescovi o scrittori di rilievo. La conseguenza si riflette nella conoscenza limitata della storia della Chiesa in questa regione.