Situata a circa 45 km a sud-est di Sardi e fondata da Attalo II Filadelfo, re di Pergamo (159-138 a.C.), come centro di civiltà aperto sulla Frigia [1], Filadelfia fu culturalmente una città missionaria fin dalle sue origini. Per questo, forse, fu pure chiamata piccola Atene.
Conosciamo la sua comunità cristiana attraverso la lettera inviatale dal profeta dell’Apocalisse. « All’angelo della Chiesa di Filadelfia scrivi: Ho aperto davanti a te una porta che nessuno può chiudere… ». Amministrativamente apparteneva al distretto di Sardi e la sua prosperità economica era basata sia sull’agricoltura che sull’industria, specialmente quella tessile e quella della lavorazione del cuoio. Distrutta da violenti terremoti nel 17 e nel 23 d.C., la città fu ricostruita per volere di Tiberio. A lui e ad altri imperatori Filadelfia eresse alcuni templi ottenendo da Caracalla il neocorato, ovvero il diritto e privilegio di possedere un tempio dedicato all’imperatore. Conosciamo la sua comunità cristiana attraverso la lettera inviatale dal profeta dell’Apocalisse.
«All’angelo della Chiesa di Filadelfia scrivi: Così parla il Santo, il Verace, Colui che ha la chiave di Davide: quando egli apre nessuno chiude e quando chiude nessuno apre. Conosco le tue opere. Ho aperto davanti a te una porta che nessuno può chiudere. Per quanto tu abbia poca forza, pure hai osservato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome. Ebbene, ti faccio dono di alcuni della sinagoga di satana—di quelli che si dicono Giudei, ma mentiscono perché non lo sono—: li farò venire perché si prostrino ai tuoi piedi e sappiano che io ti ho amato. Poiché hai osservato con costanza la mia parola, anch’io ti preserverò nell’ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra. Dal testo citato la Chiesa di Filadelfia appare una comunità piccola, ma esemplare: essa ha resistito in modo encomiabile alle persecuzioni provenienti dalla locale diaspora giudaica e non riceve alcun rimprovero.
Verrò presto. Tieni saldo quello che hai, perché nessuno ti tolga la corona. Il vincitore lo porrò come una colonna nel tempio del mio Dio e non ne uscirà mai più. Inciderò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che discende dal cielo, da presso il mio Dio, insieme con il mio nome nuovo. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese » (Ap. 3,7-10.13). Dal testo citato la Chiesa di Filadelfia appare una comunità piccola, ma esemplare: essa ha resistito in modo encomiabile alle persecuzioni provenienti dalla locale diaspora giudaica (v. 8) e non riceve alcun rimprovero. Il carattere missionario della città, a cui accennammo sopra, contraddistingue la vivacità di questa Chiesa, che sa approfittare delle possibilità apostoliche offertele da Dio e tenta di far penetrare la fede cristiana nell’altopiano frigio (v. 8). Non solo, riesce addirittura a mietere un certo numero di conversioni tra gli ostili Giudei con cui convive (v. 9).Questo passato esemplare è garanzia per il futuro e i cristiani di Filadelfia, allenati al felice superamento delle difficoltà, non avranno da temere l’« ora della prova, che sta per venire sul mondo intero » (v. 10), perché non correranno il rischio di perdere la « corona » della vittoria, che già detengono (v. 11). Siamo informati sulla Chiesa di Filadelfia anche da una lettera che Ignazio d’Antiochia scrisse a questa comunità dopo averla visitata. Dopo le notizie forniteci dall’Apocalisse (3,7-11), siamo informati sulla Chiesa di Filadelfia da una lettera che Ignazio di Antiochia scrisse a questa comunità dopo averla visitata (cfr. VII,1) [2].
Di essa egli loda il vescovo « armonizzato ai comandamenti come la cetra alle corde » (I,2). Stando ancora alla lettera di Ignazio sembra che alcuni si siano separati dalla Chiesa senza comunque aver creato grande turbamento (cfr. III,2; VI,3).Nondimeno Ignazio mette in guardia tanto da un’accoglienza del giudaismo (cfr. VI, 1) che da possibili scismi: « non fate nulla senza il vescovo, custodite la vostra carne come tempio di Dio, amate l’unità, fuggite le fazioni, siate imitatori di Gesù Cristo come egli lo è del Padre suo » (VII,2). Da questa lettera si deduce anche il legame che congiunge in questo tempo le comunità cristiane tra di loro. Ignazio, infatti, prega i fedeli di Filadelfia perché eleggano un diacono che si rechi ad Antiochia a rallegrarsi con quella Chiesa per la pace da essa finalmente ottenuta. Dal Martirio di Policarpo apprendiamo che anche i cristiani di Filadelfia pagarono la loro fermezza nella fede con il sangue. Dal Martirio di Policarpo (XIX,1) apprendiamo che anche i cristiani di Filadelfia pagarono la loro fermezza nella fede con il sangue. Purtroppo non conosciamo i nomi di questi testimoni della fede che vennero martirizzati a Smirne.