CORACESIUM oggi ALANYA Su un aspro promontorio che separa il litorale della costa turchese s’inserpica l’imponente fortezza della vecchia città che domina l’attuale Alanya. Sviluppatasi in questi ultimi anni con moderne attrezzature alberghiere, Alanya è uno dei centri balneari più famosi della Turchia. Il suo magnifico mare con quei vivaci colori che il sole, dal sorgere al tramonto, fa risaltare, vi comunicheranno il fascino della costa turchese.
Posta al confine tra la Panfilia e la Cilicia, per un certo tempo Coracesio venne attribuita ora all’una ora all’altra regione. Centro importante di pirati, si oppose alle mire espansionistiche di Antioco III di Siria e gli sbarrò il porto Centro importante di pirati, si oppose alle mire espansionistiche di Antioco III di Siria e gli sbarrò il porto (197 a.C.).
Fu ancora con i pirati di questa cittadina e delle zone circostanti che Pompeo ingaggiò e vinse una battaglia navale, proprio al largo di Coracesio (67 a.C.) [1]. Da quel momento essa fece parte della provincia romana della Cilicia. Nel Medio Evo Coracesio assunse notevole importanza sotto la dinastia armena dei Rupenidi. Passata in potere dei Selgiuchidi (sec. XIII), Ala Ed-Din Kaykobad I ne mutò il nome in Alaiye e la dotò di fortificazioni sino a renderla centro di primaria importanza della potenza marittima dei Selgiuchidi.
In relazione alla penetrazione cristiana la regione della Panfilia e, per conseguenza, la stessa città di Coracesio, dovette presentare notevoli difficoltà. Il suo passato di città pirata e di mercato di schiavi come la tenace persistenza di culti pagani locali e la presenza di un’agguerrita comunità giudaica (cfr. 1Mac 15,23), avvalorano questa ipotesi confermata dall’assoluto silenzio delle fonti cristiane. Da esse apprendiamo soltanto il nome di cinque vescovi.
Il fatto che il primo di essi, Teodulos, intervenne al concilio di Costantinopoli del 381 mostra come Coracesio in quella data fosse sede episcopale.
NOTE DI VIAGGIO
COME CI SI ARRIVA
Alanya è situata sulla E24 che, seguendo la costa turchese, unisce Antalya a Mersin.
Distanze: da Antalya km 131
da Konya km 325
da Mersin km 358
da Silifke km 264
Provincia: Antalya
Aeroporto: Antalya
LUOGHI E MONUMENTI INTERESSANTI
** La Torre Rossa, del 1225, ottagonale, pregevole esempio di architettura militare, costruita a difesa del porto e dell’arsenale; oggi è sede di un museo etnografico.
* La Fortezza, costruita nel 1226, è composta da tre diverse mura di recinzione e contiene all’interno anche alcune cose dell’antica cittadina ottomana.
L’Arsenale marittimo (1227), interessante per la struttura architettonica.
La Chiesa bizantina, situata all’interno della fortezza superiore, dalle strutture ancora intatte.
Il Museo, con pregevoli oggetti d’oro e statue di bronzo del II sec.
Le grotte di Domlatas.
FONTI STORICHE
I PIRATI DOMATI DA POMPEO
La maggior parte, però, dei pirati, e i più potenti fra loro, ricoverarono le famiglie, i tesori e la gente inabile alla guerra in alcuni castelli piazzeforti del Tauro; poi allestirono le navi e aspettarono l’attacco di Pompeo al largo di Coracesio, in Cilicia. Disputata una battaglia, che persero, assediati dai Romani, dopo una lunga resistenza mandarono suppliche a Pompeo e infine si arresero assieme alle città e alle isole in loro possesso, che erano talmente fortificate, da rendere difficile per chiunque espugnarle o anche soltanto avvicinarsi. La guerra fu così conclusa… Quanto alle persone dei pirati, ch’erano più di ventimila, non pensò nemmeno di farli morire; d’altra parte giudicò che non era bene rilasciarli e permettere che si disperdessero o riunissero di nuovo, così poveri, bellicosi e numerosi com’erano. Rifletté invece come non sia l’uomo a nascere o a diventare per natura propria un essere selvaggio e insocievole: egli traligna quando, allontanandosi dalla sua natura, pratica il vizio. Quindi con nuove abitudini o con un cambiamento di luoghi e di vita si può ammansirlo, se persino le fiere, venendo a contatto con un ambiente più mite, perdono la selvatichezza e la ferocia. Alla fine decise di trasferire quella gente dal mare alla terraferma: lì, una volta assuefatta ad abitare in città e a lavorare la campagna, avrebbe gustato il sapore di una vita civile.
(Plutarco di Cheronea, 50-120 ca. d.C., La vita di Pompeo, trad. di C. Carena, Torino 1958)